Annamaria Nazzaro
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Annamaria Nazzaro

Sono una ragazza che cerca la sua strada, una direzione che la porti non ad una meta, ma ad un percorso da fare. Per fortuna non ancora nel mezzo della vita come direbbe il Sommo, non c’è un Virgilio ad accompagnarmi, e al momento non c’è una guida con me. Le avventure vanno intraprese con una compagnia. A volte, il viaggio va iniziato da soli.

Nata a Napoli nel 1998, sono una nativa digitale che sguazza nel mare magnum di internet, fonte di opportunità che si presentano anche sotto mentite spoglie. Ma attenzione, le opportunità vanno colte al volo, o come l’antico dio Kairos, volano via senza essere più riprese.

I miei studi mi hanno condotto ad un amore verso la classicità, la storia e la letteratura. Soprattutto per quanto riguarda la storia, non è un amore senza critiche. Non amo la cancel culture non per una strenua difesa del passato, ma perché sono convinta che dal passato bisogna imparare. Anche affrontando le brutture dei nostri antenati.

Come per molte cose nella mia vita, la mia passione per la storia iniziò grazie a mia madre: un giorno, quando avevo sette anni, decise di portarmi al museo con sé per vedere la mostra sugli Egizi al museo archeologico di Napoli. L’impressione fu talmente positiva che rimase impressa nella mia mente. Alla scrittura arrivai una decina di anni dopo: la mia mente in fermento voleva evadere da compiti in classe ed esame di maturità imminente per creare mondi e personaggi che fossero solo miei. Un modo poco comune di viaggiare, ma la definizione "testa tra le nuvole" è stata quanto mai azzeccata.

Un po’ malinconica, un po’ filosofa, la mia scrittura riflette uno stato d’animo mutevole come il cambiare delle stagioni. Sono una spugna che apprende da tutto. Non mi definirei personalità poliedrica, ma estremamente curiosa. Mi distraggo facilmente: la mia mente segue sempre tante cose diverse, tante idee che non vedono l’ora di uscire.

Ho partecipato a diversi concorsi letterari. Alcuni li ho vinti, vedendo la mia opera pubblicata. Altri purtroppo non sono andati come speravo, ma mi hanno spronato a continuare. Ho fallito molte volte. E altre volte fallirò. Questo non mi impedisce di voler continuare a crescere, e provare nuove esperienze.

Ho ideato un nuovo podcast in cui racconto storie di misoginia nel corso dei secoli, con una buona dose di simpatico cinismo.

Il futuro va costruito un passo alla volta. Ognuno ha i suoi tempi. Non è una gara e chi arriva prima all’obiettivo vince.

Non c’è vergogna nella lentezza.

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